Mammacheblog 2014

Ad una settimana di distanza dal Mammacheblog sento ancora sulla mia pelle i suoi effetti, mi nutro della carica energetica assorbita nei due giorni di “raduno” di mamme blogger.

Dalla giornata di formazione mi porto dietro una fantastica TO DO LIST di miglioramenti da apportare a questo basicissimo blog. La giornata di formazione mi ha messo vis à vis con le mie profonde lacune relative al mondo digitale, ma le persone che mi circondavano mi hanno dato la possibilità di credere che pian piano ce la posso fare, un passo alla volta, scambiando informazioni, condividendo saperi. Perchè la logica che adoro del mondo digitale è proprio quella che valorizza il potere della condivisione.
I workshop previsti per la prima giornata si sono succeduti con un ritmo serrato, ma noi mamme siamo, comunque, riuscite a ritagliarci tanti momenti per parlare, confrontarci, abbracciarci realmente. Durante la pausa caffè, l’attesa di un treno, ma anche durante le lezioni stesse, non siamo riuscite a stare in silenzio e abbiamo fatto tesoro di ogni attimo per continuare a tessere i fili della nostra rete.

La seconda giornata è stata un vero e proprio Social Family Day, quest’anno il sole ci ha fatto compagnia e così la gestione dei bambini è stata per me molto più leggera rispetto allo scorso anno, il prato ha potuto accogliere nudi piedini.
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Storia ben diversa da quella dello scorso anno quando mio marito ed io avevamo dovuto “trascinare” sotto la pioggia passeggino e figlio n.1, figlia n.2 e figlia n.3 (caso volle che proprio quel giorno il nostro figlio maggiore avesse un fortissimo dolore alle ginocchia che non gli permetteva di camminare!).

Condividere insieme a marito e figli questa giornata l’ha trasformata proprio in una festa e poter conoscere bimbi e mariti delle amiche blogger ha reso la giornata ancora più ricca.

Come speravo, ho potuto condividere questi giorni con Daniela e Ramona, ho poi conosciuto di persona Michela che per me, fino a quel momento, era “soltanto” l’autrice di quei pensieri forti, gridati e sinceri, che avevo letto nel suo blog be sweet be a mother.
In tutto questo fragore mi sono, però, persa Laura (l’autrice di Parola di Laura, non mia figlia) e anche, udite udite, Ester, in arte Konserufu mama, con la quale, per svariate ragioni che potrete scoprire curiosando nel suo blog, mi sento in grande sintonia in questa fase della mia vita, ma al Mammacheblog non l’ho incrociata : (
Ho già, quindi, pronta una lista di persone, pronta ad aumentare, che vorrei incontrare al Mammacheblog edizione 2015.
Menomale che, però sono riuscita a complimentarmi di persona con Barbara e Claudia, l’ “alta gamma” delle mamme blogger ; )

Coltivare la memoria

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Credere nella legalità e nella giustizia, scegliere di rispettare la legge, perché lottare contro la mafia si può, giorno dopo giorno, coltivando l’onestà.
Oggi continuo a credere nella Chiesa, dove Chiesa significa padre Puglisi, continuo a credere nello Stato che ha il nome di Falcone e Borsellino, mi sforzo di credere nella politica che forse un giorno potrà di nuovo degnamente coltivare il ricordo di Pio La Torre.
Oggi, 23 maggio, nel mio cuore conservo e scelgo di condividere il sorriso generoso di Giovanni Falcone.
Nel 1992, alle 17.58, il tempo si era fermato, adesso tocca a ciascuno di noi ripartire da lì.

A poche ore dal Mammacheblog

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Qualche minuto di sonno tranquillo di Laura e io mi concedo il lusso di ricamare pensieri, stirare emozioni. Mancano ormai poche ore all’atteso appuntamento con il Mammacheblog, domani potrò incontrare le amiche di tastiera, per abbracciarle e studiare insieme a loro. Eh si, domani farò i conti con la mia profonda ignoranza immergendomi in lezioni che spero si tradurranno in una carica energetica della quale beneficeranno blog, figli, marito e affini.
La possibilità di incontrare persone con le quali scattano scintille e la possibilità di ritornare a Milano mi provocano una gioia che fatico a contenere.
È trascorso un anno dalla scorso Social Family day che coincideva con la nascita di questo blog, allora avevo rinunciato alla giornata di formazione perché avrei dovuto portare con me la piccola Laura che allora era in versione fagotto desideroso di tetta, coccole e attenzioni e così avevo scelto di partecipare soltanto alla seconda giornata che apriva le porte a mamma, papà e figli.

Adesso Laura è capace di trascorrere le sue giornate giocando allegramente e così tra qualche ora partirò in direzione mammacheblog. A darci il benvenuto troverò il team di Fattore Mamma e Retelab, che che ci introdurranno alle sessioni di MomClass. La mattina comincerà con Giacomo De Vecchi che curerà l’incontro “fotografare per il blog” e io immagino che scoprirò il nome di quel “qualcosa” che manca alle mie foto e magari potrò con fiducia tentare di puntare verso risultati un pochino migliori.
Poi incontrerò Enrica Crivello con la quale analizzeremo l’uso di Facebook e Twitter per il blog e io sogno di vincere, una volta per tutte, la pigrizia che mi ha tenuto lontana dall’uso “bloggesco” di questi strumenti.
PAUSA PRANZO: ho già previsto che avverrà una trasgressione alla mia alimentazione prevalentemente vegana, perché vuoi mettere il piacere immenso che si prova nel condividere cibo e parole?
Pomeriggio con Enrico Epifani e la “SEO Mamma”, inizierò a essere più strategica? Non credo, ma mi incuriosisce proprio poter scoprire qualcosa in più su questo mondo SEO.
E per finire, lezione di camminata sui tacchi con Veronica Benini, SCHERZO ; ) mi ero iscritta veramente a questa sessione, ma quando ho letto che i tacchi avrei dovuto portarli sul serio l’immagine mentale di me sui tacchi mi ha fatto subito cliccare su annulla e optare per la lezione di Claudia Mencaroni “Stile e lavoro”, il titolo suona già benissimo.

Adesso corro a far tesoro di qualche ora di sonno.

Festa della mamma

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Auguri Mamme!
Quante volte dopo la nascita dei nostri figli ci siamo sentite così? Come pezzetti di lego scomposti e sparpagliati. E poi, con tanta pazienza, abbiamo imparato ad amare le inedite forme che i nostri figli hanno dato alle nostre vite e… alle nostre case ; )

Quando la notte

“Tu mi hai rimesso in braccio il mio bambino per sempre”
Con queste parole Marina fa sentire la forza che la lega a Manfred e che l’ha fatta sentire a lui connessa nei 14 anni che sono trascorsi da quella fuga in montagna 14 anni fa e che li ha fatti incontrare quando era in cerca di un rifugio con il suo bambino di due anni, in fuga da se stessa, dal suo stritolante ruolo di madre.

Questa sera mi ero seduta sul divano per allattare Laura, ho acceso la televisione e sono rimasta bloccata di fronte a immagini che avevo letto, scene, immagini raccontate nel libro “Quando una notte” di Cristina Comencini che avevo letto un paio di figli fa.
Una storia fortissima di una madre in fuga dai suoi sentimenti ambivalenti di amore ed odio, sentimenti che imparerà ad accettare.
Come Cristina Comencini racconta in un’intervista, “Quando la notte, è la storia di un uomo e una donna che non si conoscono e per scoprire chi è l’altro si ascoltano (…) È la storia delle differenze profonde tra l’uomo e la donna, congiunte da un bambino.”
Del film mi hanno colpito gli interni angoscianti, la madre che durante un interminabile pomeriggio di pioggia diventa prigioniera del proprio bambino. Il pianto del bambino durante la notte che diventa terremoto per l’instabile equilibrio della donna.
E poi i dialoghi tra Marina e Bianca, due donne, due madri che hanno provato che non si può dare per scontato l’amore materno e sanno aprirsi l’una verso l’altra, condividendo dei giorni che porteranno dentro per sempre.
Bianca che sostiene con gioia e fatica il suo ruolo di madre alimentandosi dello stupore che il marito lascia trasparire dai suoi occhi quando giorno dopo giorno scopre che la sua donna riesce a resistere e a crescere insieme ai suoi tre figli.
Di fronte a questi dialoghi tra madri, ai loro sguardi, ai loro silenzi sono scese in me le lacrime. Sono riaffiorate alla memoria le sensazioni di tregua dalla tempesta ormonale, emotiva, psicologica (e aggiungete tutto il resto che vi viene in mente) che il confronto con amiche mamme mi ha donato. La possibilità di esternare quella sensazione di non farcela più e la gioia che si prova a scoprire giorno per giorno che qualcosa di meraviglioso, ancora una volta, può iniziare.

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Ingarbugliamento

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Testa piena di bei racconti che aspettano di essere trascritti: le nostre vacanze pasquali in 10 (4 adulti e 6 bimbi) nel nostro appartamento con due camere da letto e un bagno; buoni propositi; passione per ogni nuovo giorno che inizia e, più o meno costante, sensazione di rimanere un pezzettino indietro, quel pezzettino che mi infastidisce come un sassolino dentro la scarpa.
E poi arrivo a quest’ora della notte, la mia consueta doccia notturna si è conclusa, decido di colorare le unghie, il lavello non è splendente, ma affacciarmi a questa finestra mi fa stare meglio, mi fa sentire che il mio “ingarbugliamento” può pian piano cessare.
P.S. Adesso Laura mi chiama, che sincronia!