23 maggio, per non dimenticare

Ero in cucina, mia madre mi diede la notizia, avevo 15 anni e quel pomeriggio stavo partecipando ad una caccia al tesoro. Ero entrata a casa per recuperare non so che cosa, e mia madre mi disse dell’attentato.
Lentamente quanto era accaduto mi ha segnata, ho vissuto questa morte con nelle orecchie e negli occhi le immagini di chi ha saputo gridare la propria indignazione, la capacità di dire no, di credere che le cose possono cambiare.
E poi è stato ucciso Paolo Borsellino.

” Le vostre idee camminano sulle nostre gambe”

È quello che mi sono ripetuta, che ho voluto credere, che ho sentito allora, in una Palermo unita, ribellata, capace di tirare fuori il meglio di sé, opponendosi a quanto aveva subito.
Onestà, nel proprio animo, nel proprio piccolo che diventa infinito, nel rapporto con chi ci circonda.

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