A volte ritornano…

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A volte ritornano, prepotenti, le immagini di quei visi che si affacciano alla vita. Volti impressi nella mia memoria come un calco imperituro che riaffiora alla mente facendo scorrere dentro di me, ancora una volta, quell’emozione che si lega ad un odore sacro che custodisco nell’anima, l’odore della nascita.

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Per ora abbiamo soltanto tre figli…

“Per ora abbiamo soltanto tre figli” ecco come vorrei rispondere agli occhi di chi mi incontra per la strada con i miei tre bambini e dopo averli contati uno per uno mi dice “Ma lei ha tre figli???”
Già, da quando l’anno scorso il mio terzo pancione ha iniziato a fare capolino mi è toccato sentire un elenco infinito di frasi come:

“Ma come farà?”
“Ma avete qualcuno che vi aiuta?”
“Tutti così vicini…”
“Avete la televisione? Vi devo regalare un abbonamento a Sky”

E dopo la terza nascita:
“Adesso, però, basta! Vi fermate.”

Frasi che mi hanno fatto molto riflettere sulla mia incapacità di rispondere, sui miei lunghissimi tempi di reazione verbali. La mia risposta, infatti, si limitava a occhi sgranati, incapaci di comprendere queste frasi dette a una madre che ha sognato per anni una famiglia numerosa (5 figli erano il mio sogno) e che quando ha saputo della sua terza gravidanza ha gioito e provato un senso di gratitudine immensa.

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23 maggio, per non dimenticare

Ero in cucina, mia madre mi diede la notizia, avevo 15 anni e quel pomeriggio stavo partecipando ad una caccia al tesoro. Ero entrata a casa per recuperare non so che cosa, e mia madre mi disse dell’attentato.
Lentamente quanto era accaduto mi ha segnata, ho vissuto questa morte con nelle orecchie e negli occhi le immagini di chi ha saputo gridare la propria indignazione, la capacità di dire no, di credere che le cose possono cambiare.
E poi è stato ucciso Paolo Borsellino.

” Le vostre idee camminano sulle nostre gambe”

È quello che mi sono ripetuta, che ho voluto credere, che ho sentito allora, in una Palermo unita, ribellata, capace di tirare fuori il meglio di sé, opponendosi a quanto aveva subito.
Onestà, nel proprio animo, nel proprio piccolo che diventa infinito, nel rapporto con chi ci circonda.

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– 7 giorni al Social Family Day

728x901E io mi sento incredula, pervasa da una gioia e un’emozione che fatico a tradurre in immagine mentale.
Si, perché solo un paio di mesi fa io non sapevo neanche dell’esistenza del Social Family Day e se probabilmente avessi letto qualcosa in merito non avrei immaginato che ne avrei preso parte.
Invece, in una delle mie notti dedicate alla gestazione di questo umile blogghino è successo: seguendo il mio percorso di link e rimandi tra blog fidati e nuovi leggo di questo evento, mi interesso, scopro che quella scrittrice matta di Fioly ha partecipato lo scorso anno e a proposito ne aveva scritto un Post, si, uno dei suoi Post con la P maiuscola. Quella notte con me in sala c’era anche mio marito con il suo pc e i suoi lavori, gli lancio la proposta di partecipare io, lui, cip, ciop e ciap.
Proposta accolta, registrazione inviata e gratitudine crescente verso il marito.
Così sabato prossimo mi ritroverò ad ascoltare con le mie orecchie le voci di queste persone che io ritengo virtuose più che virtuali, potrò scambiare abbracci reali con chi amo conversare tramite tastiera e proverò a balbettare qualcosa, davanti ad una telecamera, sul mio blog in progress nei 3 minuti previsti del Momshowcase.
Mi sarebbe servito, e molto, partecipare anche alla giornata formativa del 24, ma la gestione della piccola Laura non è per me conciliabile. L’idea di usare il tiralatte la respingo dopo l’abuso che ne ho fatto, per necessità, con il primo figlio.
E così il prossimo sabato tutti in direzione Milano per continuare, a piccolissimi passi, la strada della condivisione di pensieri gravosi e leggeri con le mamme che hanno scelto la strada della narrazione.
Intanto vi metto a portata di mouse il link per registrarsi all’evento.

P.S. Questo sabato, inoltre, avrà per me un sapore tutto speciale, il sapore dell’ultimo weekend prima della mia ripresa del lavoro dopo la maternità. E si, lunedì 27 maggio mammamari torna al lavoro e questa volta probabilmente non si intravedono più all’orizzonte salutari e benedette pause legate alle mie maternità ad anni alterni…

Pronti…Via!

L’ora x sta per arrivare, l’adrenalina sale, con il rischio di far diminuire la gioia.
Tra poco mammamari e CIP, CIOP e CIAP partiranno per una piccola vacanzina in Sicilia.
Mezzo di trasporto aereo, mezzi di movimentazione bimbi: magico mei tai per Laura, splendidi e veloci piedini per Leonardo e…ehm… la duenne dove la metto, dove la metto per carità? Anche i suoi piedini sono molto veloci e splendidi, ma siamo in piena fase “non voglio, non voglio, non voglio”. Fase gestibilissima, ehm, abbastanza gestibile a casa, ma potenzialmente devastante in aeroporto. E allora porterò con me anche passeggino, utile perlomeno per metter dentro borsa mamma, borsa cambio, zainetti giochi e… protestante bambina?
Fatico a immaginare le scene che tra poche ore vivrò, se volete poi vi racconto il seguito, intanto attivate pensieri positivi che ne ho bisogno!!!
Ecco come loro si stanno, invece, preparando al viaggio

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Promesse di Primavera

IMG_1901[1]Il grigiore di questo week end mi ha permesso di trascrivere dalla mente al web le mie promesse di primavera.
Ci sono stati giorni di sole e alla penna di bbodò è venuto in mente di lanciare in aria le sue promesse di primavera per legarle a quelle di chi sente la voglia di unirsi a questo volo. Quella di Fioly è stata per me un’irresistibile proposta, irresistibile perchè amo pensare che ogni giorno può essere il giorno della svolta, a partire dal capodanno, per continuare con il giorno del compleanno, il primo giorno dell’anno scolastico, il natale, il lunedì, il primo giorno di primavera o il giorno in cui faccio le pulizie a casa e mi sembra che tutto possa prendere una nuova piega….
Oggi, per liberare la mia mente da qualche pensiero, lancio le mie promesse e chi volesse agganciarsi può recuperare qui le coordinate.

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I colori di questa mia primavera

In principio era il grigio…

Da giorni, giorni e giorni mi frulla in mente questo post: I colori della primavera… mi guardavo intorno, guardavo dentro di me e vedevo grigio, a volte nebbia e poi pioggia. Ho sentito la fatica di questa lunghissima gestazione di primavera.

Il grigio mi fa venire in mente anche il colore delle ecografie, ma questa è un’altra storia, eppure se penso a questa primavera la mia mente continua a rimandarmi l’idea della gravidanza, del tempo dell’attesa, della fiducia. Si, perchè i colori che hanno finalmante riempito i miei occhi nel week end appena trascorso mi hanno tramortito, sapevo che sarebbero diventati visibili, ma come ad ogni nascita il nuovo che appare ti stravolge nonostante il grigiore primaverile contenesse in sé già tutti questi colori. Continua a leggere

Riflessioni pasquali sotto l’effetto della prolattina

Festa della rinascita, della fiducia, del possibile.
Mio marito ed io in chiesa, senza figli, con le nostre mani libere di reincontrarsi.
Ho visto una mamma che regalava al proprio figlio il gioco dell’oggetto nascosto dentro la mano per poi lasciarlo indovinare.
Ho visto schiene di padri e madri curvarsi portando con amore i loro figli.
Ho visto pregare la donna alla quale affiderò mia figlia quando riprenderò a lavorare e ho avuto fiducia.
Ho respirato incenso a pieni polmoni, ho voluto credere nell’amore senza riserve.
Ho sentito citare le parole di papa Francesco e ho sorriso pensando che, ogni tanto, le elezioni possono andare bene.

Come aumentare la tensione muscolare per alleviarla

3_Vasca_Grande[1]Tre figli sono per me il numero minimo di pargoli che mi regala l’emozione di aver creato una famiglia. Da molti mi sento dire “adesso siete una famiglia numerosa”, no, non sento di avere una famiglia numerosa, io sono cresciuta con altre due sorelle, avrei desiderato ancora altri fratelli. La mia idea è che gli “errori” spesso commessi dai genitori riescono a trovare uno splendido ammortizzatore nella relazione tra fratelli.
Chiusa la parentesi sulla felicità che può regalare un nutrito numero di figli, e nonostante il mio enorme desiderio di allargare ancora la famiglia, devo ammettere che dopo il parto della mia terza figlia ho cominciato ad avere un pò di capogiri, a volte vere e proprie vertigini che mi hanno impedito di stare in piedi. Fatti i controlli dall’osteopata e dall’otorino, abbiamo appurato che la causa è una fortissima contrattura muscolare… (nelle mie riflessioni personali ho poi riconosciuto che la suddetta contrattura muscolare aumenta quando la domenica mio marito la dedica al lavoro).
Insomma, tra le prescrizioni che l’otorino mi ha fatto ci sono: le terme (prescrizione che mi ha fatto non poco sorridere, ho subito pensato: Quando? Con quali soldi?) una crema miorilassante e il nuoto.
Il nuoto… Il mio unico amato sport, lo riprendo, subito, al volo, perfetto!
La nostra Laura ha solo tre mesi, ma con tante coccole del papà riuscirà per un’ora e mezza a rimandare la sua voglia di latte-seno-mamma.
E così da un paio di settimane ho ripreso a frequentare il mio corso in piscina ed ecco che vi spiego come aumentare la tensione muscolare:
Ora di inizio del corso: 19.00 con la ginnastica preparatoria
19.15 in vasca.
Ergo, alle 17 devo iniziare a preparare la cena perché lo so, l’ho imparato, la preparazione della cena è inframmezzata da “mamma mi dai le forbici? “mamma, devo fare la cacca” e poi cambio pannolino per Irene e cambio pannolino per Laura e poppata e tentativi di invogliare una nanna e condivisione della preparazione della cena con i bimbi per cui la gioia aumenta e i tempi di preparazione pure. Così, intorno alle 19 la cena è quasi pronta, per sicurezza meglio allattare un’altra volta la piccola che se poi ha fame come facciamo? Infilo di corsa il costume e poi, fresca come una rosa, comincio il mio corso di nuoto, neanche a dirlo la ginnastica preparatoria è già saltata. Nuoto, nuoto, nuoto, felice del mio ritrovato contatto con l’acqua, ma avverto nel mio corpo l’accresciuta tensione muscolare e penso, la prossima volta dovrò organizzarmi meglio, cucinerò qualcosa di più veloce, si.
La volta successiva riesco ad arrivare in piscina prima, fooorse in tempo per la ginnastica. Ho ancora con me in auto il sacchetto dell’umido che avrei dovuto buttare appena fuori dal cancello, pazienza.
Cerco parcheggio, ne trovo uno, anche se un po’ strettino, scendo dall’auto, e penso “se avessi ancora il pancione da qui non ci passerei”. Sarà stata l’emozione del pensiero… le chiavi dell’auto cadono dalle mie mani e finiscono sotto la mia auto, mi sdraio sull’asfalto, cerco di recuperarle, ma non vedo niente! Nonostante i lampi di un temporale che si sta avvicinando non c’è abbastanza luce per trovare le mie chiavi. Vado alla reception, spiego cosa ho combinato e chiedo in cambio una torcia elettrica che mi viene data insieme ad una scopa, non si sa mai le chiavi siano difficili da raggiungere.
Così equipaggiata torno al parcheggio, ancora non piove, recupero le chiavi e… più fresca e rilassata di prima mi tuffo in piscina. Penso alla mia amica Fioly, eh si, mi si è proprio incriccato il chacra. http://www.bbodo.it/2012/08/20/chakra/

Flexible double bed

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Ieri era domenica, splendido giorno che mi ha scatenato alcune riflessioni su co-sleeping e flessibilità. Eh si, con l’arrivo della nostra terza figlia la nostra flessibilità di genitori é aumentata e la capienza del nostro lettone pure…
Ricordo con una stretta al cuore le corse che, dopo la nascita della seconda figlia, mio marito ed io facevamo per fermare il nostro primogenito duenne prima che piombasse di notte nel lettone.
Allora noi facevamo i conti in termini di metri quadrati e pensavamo fosse giusto che nostro figlio non prendesse proprio adesso la “cattiva abitudine” o come altri lo chiamano “il vizio”‘, di dormire con noi nel lettone, avremmo già dovuto condividere il nostro letto con la neonata per le poppate notturne.
E invece cosa ci stava chiedendo nostro figlio? Ci stava dicendo, come poteva, che era un momento difficile per lui, che aveva voglia/bisogno di sentirci vicini.
Con il tempo abbiamo imparato ad aprire il nostro cuore e a restringere i nostri corpi per dare spazio ai bimbi quando sentivano il bisogno di stare vicino a noi.
Credo fortemente che nelle diverse fasi della crescita ci sono dei momenti di difficoltà, fragilità ai quali è giusto rispondere senza anteporre il rigido divieto di condividere la nanna.
Pubblico questo post perché ieri, domenica, ci eravamo finalmente concessi qualche ora in più di sonno, così, superate le 7 del mattino il nostro lettone si è man mano riempito di bambini e quando alle 9 ci siamo svegliati, nei nostri cuori e nostri occhi c’era la gioia del ritrovarsi tutti insieme e qualche familiare dolore alle articolazioni per aver dovuto/voluto condividere un piccolo grande spazio.